1958
Lino Frongia nasce nel 1958 a Montecchio (Reggio Emilia), dove attualmente vive e lavora.
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, la sua prima produzione, tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, rientra in quella che sarà poi un’inequivocabile formula di ritorno alla pittura caratterizzata non solo da una ritrovata manualità ma anche dall’utilizzo della citazione.
Nel 1980 presenta la sua prima personale alla Galleria La minima di Reggio Emilia, seguono diverse partecipazioni a importanti rassegne artistiche tra cui la XI Quadriennale di Roma e una personale alla galleria La Tartaruga di Roma entrambe del 1986.
Le opere di questo periodo sono caratterizzate da un disinvolto ricorso a memorie manieristiche e barocche (Tiziano, Rubens o Van Dyck), insieme a una non comune padronanza tecnica. La citazione è costantemente filtrata da un gusto per il visionario: prevale nei suoi quadri una luce metallica che bagna stralunate figure con muscolature ipertrofiche e corpi ipocefali.
Negli anni successivi queste caratteristiche vengono attenuate a favore di una pittura più intima, dai toni più sobri, in cui l’uomo rimane il principale elemento d’indagine: ritratti, autoritratti, personaggi enigmatici dagli sguardi ambigui immersi in atmosfere temporalmente sospese, che ricordano il senso di attesa del De Chirico post metafisico e più ancora il realismo magico di Antonio Donghi.
Dopo una serie di opere “al nero”, virate secondo una tavolozza priva di luce, la produzione dei primi anni del 21° sec. presenta una maggiore essenzialità disegnativa, la prospettiva si fa a volte sfuggente, ribaltata; il tema del doppio diviene centrale e ricorrono elementi simbolici come il carro, la porta, i puttini.
Nel 2009 un’ampia retrospettiva, Lino Frongia: opere 1979-2009, è allestita a Spoleto in occasione del 52° Festival dei due Mondi.
Del 2021 la mostra personale Visioni al Museo MART di Rovereto.