Suzanne Rubin nasce a St. Louis, Missouri. Vive e lavora tra la California, New York e Parigi.
Da sempre affascinata dai volti che la circondano, decide fin da giovanissima di dedicare la sua vita all’arte, decisione che prende pienamente forma in seguito all’incontro con Diane Arbus. Osservando la bellezza irrefrenabile dei volti immortalati dalla Arbus, Rubin rafforza la sua convinzione che il ritratto fotografico sia capace di cogliere l’intimità autentica e l’umanità profonda di ogni individuo.
Completa un MFA (Master’s in Fine Arts) al California Institute of Arts nel periodo di maggior lustro dell’istituto, quando è una fucina inestinguibile di studi femministi e concettuali.
In seguito, mossa dal desiderio di approfondire la sua preparazione teorica, si iscrive a un corso di perfezionamento alla École des Beaux Arts di Parigi. Completati gli studi, le si presenta l’occasione di collaborare a una serie di campagne pubblicitarie ed editoriali di rilievo. Questa opportunità la allontanerà dal mondo dell’arte per molti anni, portandola verso un percorso professionale di tipo commerciale.
Dal 1984 al 1986 si trasferisce a Los Angeles, dove lavora come assistente al fianco di diversi fotografi di rilievo, tra cui Helmut Newton, Herb Ritts e Mark Hanauer. Contemporaneamente, inizia ad occuparsi del profilo editoriale di pubblicazioni di moda e intrattenimento importanti, quali Vanity Fair e Rolling Stone.
Nel 1987 torna a Parigi dove lavora come direttrice di casting, consulente creativo e stylist.
I lavori nel mondo della pubblicità e dell’editoria la portano a viaggiare molto e a incontrare altrettanti sconosciuti: sono i loro volti a far rinascere in lei l’amore per il ritratto, strumento prezioso per scavare nell’intimità dell’altro.
Lentamente la frattura tra ritrattista e pubblicitaria si sana e Suzanne sceglie di tornare a dedicarsi a tempo pieno alla sua passione.
Allontanatasi definitivamente dal mondo della pubblicità, oggi dedica tutte le sue energie alla serie ininterrotta di ritratti che l’ha resa nota, continuando a scavare nei volti, per scoprire la profondità di un’anima, restituere dignità ai dolori e alle speranze.