Dietro ogni cosa visibile esiste una realtà interiore e invisibile corrispettiva.
– John Keats, Ode a Psiche, 1819 [nota a margine]
Nel mese di aprile Maja Arte Contemporanea ospita la collettiva dal titolo L’oltre, l’altro e l’altrove, collaborando per la prima volta con gli artisti Veronica Della Porta, Olivier Fermariello e Gianfranco Toso, di cui si espongono rispettivamente sei fotografie e tre dipinti.
Negli scatti in bianco e nero di Veronica Della Porta il paesaggio quotidiano fa un passo indietro per lasciare spazio alla materia architettonica che diviene protagonista silenziosa e al contempo vibrante. Il superfluo viene escluso in un processo di rimessa a fuoco dove l’artista analizza l’architettura nel dettaglio per spingersi oltre per sottrazione. La scelta accurata dei materiali e il tipo di carta utilizzata per la stampa, in un’unica tiratura, esaltano la fotografia rendendola affine ad un’opera su carta.
Ispirandosi al genere del ritratto di famiglia degli inizi del secolo scorso, Olivier Fermariello presenta alcuni scatti della serie Air de famille. La relazione di complicità, tra distanza formale e intimità, che lega il fotografo alle figure dei propri nonni, è l’inizio di un discorso ed un pretesto emotivo attraverso il quale la forza del mezzo fotografico esce fuori con una rinnovata energia, dove l’oltre, l’altro e l’altrove balzano allo sguardo annullando il tempo e lo spazio. L’espediente della messa in scena e il particolare tipo di relazionalità con l’Altro, consentono al fotografo italo francese, da sempre diviso tra culture diverse, di recuperare l’album fotografico delle sue origini.
Gianfranco Toso indaga la creazione della forma come tensione ad una dimensione metafisica dell’immaginazione. Assumendo nel presente la convinzione dell’esistenza autonoma di concetti superiori, di cui il mondo è pallida imitazione, il suo lavoro muove verso una progressiva riduzione dell’approsimazione terrena da quel mondo, altrove, ritenuto comunemente eterno e perfetto. Strumento di ricerca sono le forme della geometria, intesa allo stesso tempo come misura della terra e contemplazione del trascendentale. Tali forme, non immediatamente percepibili dai sensi, sono individuabili soltanto attraverso una conoscenza interiore. Le pure, precise relazioni che operano tra le figure geometriche si spingono ad identificare il concetto di perfezione ultraterrena, muta e assoluta. Specchio privo di ombre, gravità e corruzioni, la purezza di queste forme emana una qualità senza tempo, la stessa che ispira il senso del vivere umano.