In mostra dodici opere (un frottage e undici calchi di vario formato) dell’artista Baldo Diodato, a cui la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ha dedicato nel 2016 un’antologica curata da Achille Bonito Oliva.
“Pedibus calcantibus” è una locuzione latina usata, spesso scherzosamente, per indicare “A piedi, con le proprie gambe”, ed evoca l’intenzione della mostra di condurre lo spettatore per le strade della Capitale in una passeggiata virtuale che si sviluppa da Piazza Montecitorio fino a Piazza del Collegio Romano, accompagnata da paesaggi urbani condensati al suolo.
Nella sua traduzione letterale “coi piedi che calcano il terreno”, il titolo richiama al contempo l’azione per mezzo della quale Diodato ottiene il calco della pavimentazione romana, protagonista di questa serie di lavori realizzati tra il 2001 e il 2017, utilizzando fogli di alluminio adagiati in terra, che l’artista e il pubblico partecipante modellano in un calpestio collettivo e con colpi di martello. Roma con i suoi sanpietrini simbolo della città eterna, ci svela così le sue forme per mezzo di rilevazioni metalliche che ne catturano la pelle plurisecolare restituendola scultura.
“Dei sanpietrini non voglio solo l’immagine, voglio le tracce delle persone che ci sono passate e dei segni del tempo che li ha consumati, levigati. È come se scolpissi il tempo registrando tutto ciò che in quello spazio è successo col trascorrere degli anni“, osserva Diodato, che testimonia quelle tracce non solo con le stimmate geometriche dei sanpietrini dell’antica Roma, ma anche con colorate impronte di piedi che solcano i suoi calchi.
Grazie all’impronta, il modo più ancestrale di dar luogo ad una forma, si può ricostruire un passaggio che è stato fermato nel tempo e nella materia nel tentativo di eternare un gesto, una presenza; l’affermazione di un “Io collettivo” che ci lascia un segnale del suo passaggio. Storia, presente e futuro vengono a sovrapporsi in questi lavori.
Selezione opere
Gallery
Testo critico
Pedibus calcantibus
di Ilaria Bulgarelli
Semplici lastre di alluminio, adagiate sulle strade del centro di Roma, prendono forma sotto i colpi di martello dell’artista Baldo Diodato, diventando opere d’arte. L’azione che l’artista compie è di catturare il tempo, di cogliere la stratigrafia storica delle pavimentazioni romane: ogni imperfezione, distacco e segno di usura causato dal passaggio delle persone, e mezzi, nello scorrere degli anni.
La mostra dal titolo Pedibus calcantibus, presso la galleria Maja Arte Contemporanea di Roma, offre la percezione del tempo trascorso, passo dopo passo, colpo dopo colpo, calco dopo calco.
Ecco, impresse sull’alluminio, Piazza del Collegio Romano, Via di Sant’Ambrogio, Via Gregorio VII, Piazza del Popolo e Piazza di Monte Citorio, nelle quali l’artista ha saputo cogliere quel dettaglio che spiccava maggiormente nella pavimentazione, che mostrava maggiormente il segno del tempo, che la rendeva unica.
In Stella Rossa è proprio la stella, grazie anche alla forte cromia, a spiccare tra i sanpientrini di Piazza Montecitorio calcati sull’alluminio, un elemento che ha reso unica e ha dato un’identità all’opera d’arte.
La sagoma di scarpa nell’opera, Piedone Piomonti Arte Contemporanea, è realizzata con il tappeto che per anni è stato steso all’interno della galleria Piomonti, reso tale dai segni dell’usura dovuta al passaggio e al calpestio delle persone negli anni.
Durante una delle tappe dell’itinerario del progetto “A-ghost City [Nightwalks]”, iniziativa dell’Estate Romana 2017, ha avuto luogo a Piazza del Popolo una performance in cui i musicisti suonavano e danzavano sulle lastre di alluminio disposte a terra, mentre queste venivano plasmate sotto i colpi dei martelli dei partecipanti all’evento. Un pezzo di Piazza del Popolo è il risultato della performance, del coinvolgimento delle persone che a ritmo di musica, insieme a Diodato, hanno dato forma all’opera d’arte.
Le lastre di alluminio calcate a Via Gregorio VII mostrano i cambi di pavimentazione tra i sanpietrini e il percorso tattile per non vedenti, il cui passo è evidenziato dalle orme colorate che spiccano sul bianco delle lastre.
Sono proprio queste le orme dei piedi che calcano il terreno.