In mostra una selezione di 40 ritratti fotografici realizzati in diverse parti del mondo, in un arco temporale tra il 1965 e il 2022.
Enzo Ragazzini, forse il meno riverito dei grandissimi fotografi italiani, si può considerare un vero genio\ingegno italiano, predecessore se non inventore dell’optical art e dell’etnofotografia.
La sua sconfinata ricerca sperimentale ha indagato, con stile inconfondibile, i molti ambiti del paesaggio umano, geografico e industriale, al fianco di grandi personaggi come Boris Biancheri, Cornell Capa, Alan Fletcher, Enzo Muzii, Ludovica Ripa di Meana, Vittorio Sermonti, Giorgio Soavi, Cesare Zavattini, Federico Zeri, solo per citarne alcuni.
À rebours, lungo il percorso della mostra, passando dal colore in stampa digitale al bianco e nero realizzato in camera oscura con retini di invenzione dell’artista, risaliamo ai prodromi di una infaticabile ricerca, tutt’ora in corso con il progetto di fotografia antropologica: “Aspettando Godot”.
Dal Maracanà di Rio de Janeiro all’Isola di Wight, dal Perù al Nepal, dalla Toscana alla stazione Termini di Roma, l’obiettivo di Enzo Ragazzini ci mostra con delicata eleganza e sincerità, i volti, le posture, le attese di genti nel mondo.
Grazie al suo sguardo, che esprime in ogni contesto sensibilità e rispetto per le persone ritratte, unitamente ad una tecnica di stampa straordinariamente sofisticata e in costante evoluzione, Ragazzini riesce a mappare, eternizzandolo, il genere umano, nella sua moltitudine come nella sua solitudine.
GENS è un emozionante viaggio nel tempo per scoprire uno dei più grandi artisti italiani che attraverso la sua instancabile ricerca ci fa capire che i protagonisti siamo sempre noi. Che guardiamo loro. Che guardano il grande fotografo che li ritrae con sguardo gentile.